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Mario Draghi, alle Camere, ha pronunciato un discorso interessante. Esso conferma l’impostazione di politica economica che descrivevamo dopo l’incarico, ma suggerisce le cose siano un poco più mature

 di quanto immaginavamo dopo le consultazioni.

Ciò che a Draghi non interessa – Cominciamo da ciò che meno gli importa. Il turismo di montagna, che egli stesso ha ucciso tenendolo in lockdown: parole vuote (“conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo”), seguite da promesse vuote (“ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni”), condite da una pacca sulla spalla anche vagamente irridente (“è sicuro che riparte, perché siamo l’Italia”, in replica alla Camera). Le imprese, che “dovranno cambiare, anche radicalmente” e per le quali egli intende “sostenere il processo di internazionalizzazione” e “potenziare il credito d’imposta per le spese di consulenze relative alla quotazione” (cioè, delle imprese più piccole e/o rivolte alla domanda interna, chissenefrega). “I nostri giovani”, costretti ad emigrare a causa … della mancanza di “effettiva parità di genere”. Il pianeta Terra, omaggiato di una citazione di Papa Francesco che più gretina non si può. Passiamo oltre.

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